Lizzi Jordan, dalla cecità ai sogni di gloria

Il male che non ti uccide ti fortifica. E Lizzi Jordan ci è andata vicina alla morte, prima di dare alla propria vita una imprevedibile, insperata, svolta. Si è riscoperta atleta lanciata verso traguardi da sogno. Che sono alla portata di una persona dal potenziale enorme, sottolineato dalla sua allenatrice: la campionessa paralimpica Helen Scott. Un potenziale sviluppato rapidamente da chi vuole dare il massimo e fare sempre meglio.

Il dramma di Lizzi Jordan

Una serata come tutte le altre: è il 2017 quando la 19enne studentessa di psicologia alla Royal Holloway, University of London, consuma un pasto al fast food. Fa l’esperienza di una intossicazione alimentare causata da un raro ceppo di batterio E. La conseguenza è il coma, la lotta per la sopravvivenza. Lizzi Jordan si risveglia ma priva della vista. Una botta tremenda.

A confidarlo lei stessa, in una intervista rilasciata a BBC Sport: “Ero molto, molto malata. Ho sofferto di un’insufficienza multipla degli organi e i medici hanno avvertito i miei genitori in diverse occasioni che avrei potuto non farcela”. “Ma grazie all’uso di un farmaco raro e costoso, sono riusciti a farmi uscire dal coma”, continua LJ ricordando quanto sia stato terrificante il risveglio da cieca. Nella sua mente l’interrogativo che chiunque si farebbe senza trovare risposta (“Come farò a vivere la mia vita senza la vista?”). Immaginiamo gli attimi di terrore diventati giorni. Poi la svolta: “Mi sono detta, ho due opzioni: posso starmene seduta a piangermi addosso, oppure posso provare a fare qualcosa della mia vita e magari realizzare qualcosa che non avrei fatto nemmeno se avessi avuto la vista”. Ha scelto la seconda.

La rinascita attraverso lo sport

Un passo alla volta, Lizzi Jordan ha dapprima imparato a camminare, poi ha corso: ha preso parte alla Maratona di Londra nel 2019, raccolto 13mila sterline per l’associazione RNIB. Quindi l’incontro con la bicicletta. Una compagna con la quale non andare a spasso, ma lavorare duramente. Ai test effettuati nel 2020, in una giornata organizzata dal British Cycling per la scoperta di nuovi talenti, ha impressionato positivamente, sebbene prima di diventare cieca avesse a malapena guidato una bicicletta. Si è data all’agonismo conquistando la medaglia d’oro ai Campionati del Mondo 2023 di Glasgow. E pure il bronzo nel tandem kilo, insieme ad Amy Cole, ciclista vedente – l’argento al Campionato mondiale di paraciclismo su pista UCI lo scorso anno. Il suo obiettivo adesso è far parte della squadra di paraciclismo della GB alle Paralimpiadi di Parigi nel 2024. Una sfida che intende vincere, per continuare ad imparare da un’intensa e non comune esistenza. Naturalmente la donna ha già imparato dalle persone alle quali può fare affidamento. Ma vuole rendersi anche autonoma: si è iscritta a un corso di formazione per fare uso di un bastone bianco. “Mi cambierà la vita”, dice, come se non avesse preso coscienza di quanto di straordinario sta già facendo ponendosi come modello virtuoso, punto di riferimento in tutto il mondo.