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“Giornata della Memoria” tra antisemitismo e genocidio del popolo palestinese

Quest’anno se n’è parlato con largo anticipo. Più degli scorsi anni, a causa dello scenario di crisi internazionale.  Ed è un bene, che il tema sia trattato attraverso dibattiti, incontri, film in televisione. Perché la Shoah al centro della Giornata della Memoria è stata un’infamia nel cosiddetto secolo degli Stermini. Ma quello perpetrato ai danni del popolo ebraico è grave quanto il genocidio del popolo palestinese, del quale il governo israeliano si sta macchiando, agendo impunemente. Nessuno è esente da colpe. La “pulizia etnica” della Palestina ad opera dei governi israeliani con la complicità dell’Occidente, perdura da oltre quarant’anni: lo denuncia lo storico israeliano Ilan Pappé nel suo libro La prigione più grande del mondo.

Giornata della Memoria: tutti uniti nella condanna

Non è mai stata retorica. L’obiettivo della Giornata della Memoria (27 gennaio) resta testimoniare, ricordare, e meditare sui tragici avvenimenti che colpirono l’Europa nella prima metà del Novecento: la condanna va contro il sistema dello sterminio di massa, degli ebrei e non soltanto. Hitler e Mussolini ne furono i maggiori responsabili. Ma quanto avvenuto negli anni successivi alla prima guerra mondiale fu alimentato da un consenso largo – si obbediva per paura o per apatia morale. Le vittime della Shoah (catastrofe) vanno ricordate attraverso l’impegno costante a fare in modo che simili e irrazionali atrocità non abbiano a ripetersi mai.

Il potere della Musica

Un film da rivedere sulla Shoah è “Il pianista” di Roman Polansky. Opera di successo e intensa che, tratta dal romanzo di Wladyslaw Szpilman, ci interroga sulla devastazione, sull’orrore e sulla miseria portate dalla guerra. Ma  il pianista interpretato da Adrien Brody magistralmente lascia germogliare anche e soprattutto il seme della speranza. È il potere della Musica che si erge sopra tutto, che zittisce gli orrori della guerra, e alla quale si deve inchinare anche il più empio, nell’ascolto con deferenza.