Giorgio Scura lascia la redazione di Fanpage per dirigere un progetto inedito che ruota attorno alla terza generazione di tecnologia Internet Web3
Lui è sempre stato un pioniere. Del mondo dell’informazione che corre sul web; della scoperta di modelli di organizzazione delle notizie, di talenti e risorse che possono concorrere alla sua stessa missione: sensibilità e professionalità diverse da valorizzare e tenere insieme, in qualche modo, nel rispetto delle personali inclinazioni. È per questo che ha creato Net1news, piattaforma innovativa basata sulla compartecipazione dei publisher e degli utenti lettori; fatto parte per oltre 6 anni della redazione Fanpage, come capo cronista, riconoscendo in quel progetto il punto di incrocio tra tecnologia e tradizione. Adesso Giorgio Scura è pronto per una nuova avventura. Che ha nome “Decripto”. Si tratta di un giornale online indipendente, meritocratico e partecipativo, quello da lui diretto, collocabile nella nuova era di internet definita Web3. Una nuova sfida, probabilmente la più difficile per il giornalista. Un calabrese pragmatico e insieme sognatore. L’esperienza è dalla sua: cominciò da cronista nel 2002 con Leggo, è stato inviato in Libano, Iraq e Afghanistan, ha lavorato per Il Gazzettino e realizzato inchieste. Lo ricordiamo come il primo giornalista italiano ad aver intervistato in esclusiva Julian Assange, coadiuvato da Francesco Piccinni, direttore di Fanpage fino all’anno scorso. La materia che sta maneggiando potrebbe ai più risultare inaccessibile o quantomeno ostica. Tutte le novità, peraltro, da un lato incuriosiscono, dall’altro spaventano. Tecnologia blockchain, web3, metaversi, crypto stimolano invece il direttore del giornale la cui mission è fungere da ponte tra il mondo che sta nascendo e il web 2.0. Ovvero semplificare certi concetti. “Questo non significa che diventeremo tutti esperti di finanza e tecnologia”, assicura GS rilevando ad esempio che tutti noi facciamo uso del videofonino, senza conoscere il meccanismo che lo mette in funzione.
Intanto hai lasciato la strada vecchia… Quali sono i limiti dell’editoria tradizionale con cui ti sei confrontato per tanto tempo?
“Limiti politici, di prossimità estrema con il potere politico ed economico. Quindi una forte limitazione alla libertà di stampa”.
Che cosa ti porti dell’esperienza fatta a Fanpage?
“Tante cose. L’aver capito l’importanza di lavorare in un ambiente sereno e l’importanza del lavoro di squadra, oltre all’importanza del cosiddetto girato forte. Con Fanpage abbiamo scritto pagine importanti di giornalismo nel nostro Paese”.
L’informazione libera è l’obiettivo di un vero giornalista. Ma Fanpage non era nato con gli stessi presupposti?
“Sì, solo che ancora non credono molto nel web3. Questo nuovo mondo ha un grande bisogno di essere raccontato e spiegato, e pertanto richiede il contributo di giornalisti e divulgatori”.
Tu invece ci hai sempre visto lungo…
“Così come successo quindici anni fa, credo che il web stia per cambiare ancora completamente”.