Sepideh Rashno, la donna simbolo di una resistenza che non incontra solidarietà

È finita in carcere solo per non aver indossato correttamente il velo obbligatorio islamico. Perché lì la mortificazione della donna risulta essere la normalità. Lei ha solamente ventinove anni, Sepideh Rashno, e per quanto ha commesso dovrà scontare una pena di 3 anni e quattro mesi. La donna era già stata in carcere la scorsa estate uscendone per un ricovero in ospedale. Ci è entrata di nuovo, sabato scorso, senza velo: un atto di insubordinazione di chi reclama la libertà. In quella parte del mondo, non troppo lontana, l’Iran, dove le donne non possono vestire come a loro pare. Non sono meritevoli di avere garantiti quei diritti fondamentali per l’essere umano.

Chi è Sepideh Rashno

La scrittrice iraniana, classe 1994, artista e attivista, si è fatta conoscere con un video diventato virale: nel luglio 2022, su un autobus, ha avuto un alterco con un’altra donna per le regole dell’hijab. Ovvero per non aver indossato il velo correttamente. Dalla stessa donna, Rayeheh Rabii, deve aver subito un’aggressione non solo verbale. Poi è stata probabilmente la tortura a causare l’emorragia interna che l’ha portata al ricovero in un ospedale di Tehran. Qualche giorno dopo l’abbiamo trovata in un video trasmesso dalla televisione di Stato IRIB: una confessione che non appare spontanea, le pubbliche scuse di chi non ha commesso proprio niente di male. Dalla prigione di Evin è stata rilasciata il 30 agosto fornendo come garanzia una somma corrispondente a circa 29mila dollari.

La solidarietà

Ben poco si è fatto, nei Paesi che amano la democrazia e la libertà, per questa giovane donna, che nello scorso mese di novembre è stata inserita nella lista delle 100 donne della BBC. Poco si fa per condannare le condizioni delle ragazze iraniane. L’indignazione, invece, dovrebbe essere trasversale, e assumere la forma della protesta in piazza. Perché l’accusa mossa a Sepideh Rashno (“promozione della corruzione morale”) dovrebbe indignare. La stessa sorte è capitata a tante altre donne colpevoli di aver violato quella regola dell’hijab.