Robot al posto degli studenti: quando la tecnologia è al servizio dell’etica

Gli abbiamo visti in azione durante la pandemia da Covid 19. Quando le restrizioni rendevano impossibile la frequenza, gli assembramenti, le sedute di laurea fatte in presenza. Adesso nelle scuole del Giappone i robot potrebbero prendere nuovamente il posto degli studenti: è l’idea avanzata dalle autorità di Kumamoto, città che ha già fatto tra le aule l’esperienza del metaverso. Lo riporta il portale Insider Paper. C’è da scommettere che la proposta troverà applicazione, compimento, in un Paese estremamente avanzato sul piano tecnologico. Questa può essere presa a modello.

L’obiettivo dei robot

L’iniziativa, che dovrebbe partire a novembre, è finalizzata all’azione di contrasto contro l’assenteismo ed il bullismo nelle scuole. Un sostegno a quanti manifestano, in generale, difficoltà di inserimento nelle classi degli istituti scolastici che frequentano. Robot di altezza non superiore al metro potrebbero spostarsi da una classe all’altra autonomamente, controllati a distanza dagli studenti, per fare in modo che i “sostituti” possano prendere parte alle lezioni e alle discussioni con i compagni.

“Comunicare attraverso questi robot non è completamente reale, ma può dare un certo senso di realtà ai bambini che sono ancora insicuri e hanno paura di interagire con gli altri. Speriamo che questo aiuti questi bambini a superare le loro paure”. Così il portavoce della città Maki Yoshizato motiva il progetto. In particolare, l’idea di utilizzare i robot nasce dall’esigenza di porre un argine all’incremento del numero di assenze degli studenti. I quali preferiscono starsene a casa per non subire umiliazioni dai loro coetanei e tenere a bada i sentimenti di paura o ansia. Il fenomeno del bullismo, infatti, può fare danni consistenti, anche permanenti. L’assenteismo in Giappone ha coinvolto il numero record di  244.940 studenti delle scuole primarie e secondarie. Lo attesta l’ultima indagine del ministero dell’Istruzione, con riferimento al 2021.

Il pericolo incombente

Gli aggressori sono giovani ma anche adulti. Si pensi a quanto capitato, lo scorso mese di maggio, ad uno studente di Tokyo accoltellato da un anziano nei pressi di una stazione ferroviaria. Anche l’Italia deve fare i conti con l’incremento degli episodi di violenza. Sono infatti in costante crescita i casi di molestie, bullismo o cyber bullismo negli ultimi cinque anni, dei quali sono vittime bambini e adolescenti – 32.600 nel periodo 2022/2023. Violenze fisiche o psicologiche che richiedono interventi. Dal Belpaese al continente asiatico, anche la tecnologia può fare la sua parte per instillare nei più giovani la cultura del rispetto. Come aveva preannunciato il primo cittadino di Kumamoto Kazufumi  Onishi, qualsiasi azione, allora, può essere messa in campo per offrire più opzioni a quegli studenti che non possono raggiungere il luogo dove dovrebbero essere.