Più che una crisi umanitaria, si tratta di un genocidio. Un popolo che combatte, o meglio si arrende a malattie spesso mortali: in Brasile gli Yanomami vedono minacciata la loro stessa esistenza, che fino agli anni Quaranta del secolo scorso era preservata dal completo isolamento nel quale si trovavano a vivere. La causa va ricercata nelle condizioni disagiate aggravate dall’arrivo dei cercatori d’oro nelle zone abitate da loro. I minatori, infatti, scavando nelle viscere della terra, hanno raccolto acqua che ha attirato zanzare portatrici di malaria. Lo hanno denunciato i membri della comunità locale. Aggiungendo che i fiumi su cui fanno affidamento sono passati dal blu al “colore della Coca-Cola” – colpa del mercurio impiegato per l’estrazione del metallo. Così gli indigeni stanno morendo di fame e di malattie.
La responsabilità politica
Tre mesi fa, il ministro della Giustizia e della Pubblica sicurezza, Flavio Dino (Psb) aveva ordinato l’apertura di un’indagine su presunti reati di genocidio e crimini ambientali nella regione abitata dal popolo degli Yanomami, nello Stato del Roraima. La gravissima crisi sanitaria alimentare ambientale veniva ricondotta in buona parte proprio all’invasione dei minatori e dei cercatori d’oro illegali, dei 20mila “garimpeiros”. Si riconosceva anche che gli stessi sono favoriti dalle iniziative politiche del governo Bolsonaro. Il quale fu colpevole della negligenza dimostrata nei confronti degli Indigeni, e del degrado ambientale alla base dell’emergenza continua.
Le ambizioni di Lula
A parlare di “forti indizi sul crimine di genocidio” è stato lo stesso ministro che ha invitato la polizia federare a indagare sull’ex amministrazione Bolsonaro. Così il giudice della Corte Suprema Luis Roberto Barroso vuole vederci chiaro. Dopo che già l’anno scorso aveva chiesto al governo di espellere i cercatori d’oro. Ad ogni modo, sebbene si parli di genocidio, l’utilizzo di armi è stato escluso. L’emergenza è affrontata da Luiz Inacio Lula da Silva. Almeno nelle intenzioni del presidente del Brasile, che vorrebbe combattere la fame nel Paese: la situazione sembra essere sfuggita di mano, ai danni di questa popolazione.
Le vittime tra gli Yanomami
Almeno 99 i bambini di età inferiore ai 5 anni che hanno perso la vita nel 2022, a causa di “malattie prevenibili”. La denuncia viene da ricercatori incaricati dal Ministero della Salute. Il tasso di mortalità dei più piccoli è superiore di 9 volte alla media nazionale, attesta il reportage condiviso da Survival International. Dal 2018 al 2021 i casi di malaria sono più che raddoppiati, a oltre 20mila. I bimbi uccisi anche dalla malnutrizione sono stati 570 negli ultimi 4 anni. Va ricordato che prima dell’arrivo dei garimpeiros gli Yanomami erano entrati in contatto con il mondo esterno solo grazie ai missionari provenienti anche dai Paesi europei: una presenza benefica ma non risolutiva, rispetto alle sofferenze che si sono poi acuite Già nel 1933 tante donne e bambini finirono vittime degli ospiti più sgraditi.