L’Autrice ha una valigia piena a cui aggrapparsi nel momento del bisogno. Ma l’ha inutilizzata, perché dal suo territorio non se n’è andata, né ha intenzione di farlo, nei prossimi tempi. Tanto che si è candidata a sindaco nella sua San Pancrazio… Si chiama Federica Marangio, ed è un volto noto del giornalismo locale. Una di quelle persone votate alla resilienza e all’impegno trasversale. Nel suo ultimo romanzo, in libreria tra pochi giorni, “Il tempo di mezzo”, muove proprio dall’esperienza del viaggio. Quello interiore compiuto dalla protagonista che dovrà seguire le tracce lasciate dal padre in un biglietto datato all’anno 91 del secolo scorso. Le stesse passano per un polveroso negozio di antiquariato rappresentando la possibile cura al senso di incompiutezza provato da chi è chiamato a guardare il domani con sentimenti di fiducia e di speranza.
Il tempo di mezzo è, in primo luogo, un romanzo sul legame indissolubile tra una figlia e il proprio padre. Una riflessione sugli anni della svolta alla ricerca della verità. Sul caso, e sulle capacità, difficoltà dell’individuo di autodeterminarsi. Perché c’è “un tempo esatto, quello di mezzo, che è il più dispettoso. Può durare un attimo o un’eternità, ma ciò che accade in quel frangente non dipende più da te”. A non finir mai è l’amore intrafamiliare. In particolare, quello speciale, recuperabile o conflittuale nel rapporto figlia-padre. Ha quarant’anni Beatrice Rossini, la protagonista del romanzo: entrata nella cosiddetta mezza età, giornalista come l’Autrice, innamorata del marito e del suo lavoro, dovrà fare i conti col presente e coi fantasmi che riemergono. Col trauma che ha spezzato la sua famiglia quando era adolescente. Cosa può accaderle? La risposta è nelle 304 pagine pubblicate da Les Flaneurs Edizioni per la collana Bohemien. Un romanzo emozionante ed intenso, la cui prefazione porta la firma di Catena Fiorello, sorella dei grandi Rosario e Beppe.
Il tempo di mezzo segue alla pubblicazione di “Io più di te. L’amore è un’addizione” (Falco Editore, 2018) e a La cicatrice (2015), il romanzo di esordio di Federica Marangio. L’Autrice, penna di una gran testata, che vorremmo rivedere presto in edicola tra gli altri quotidiani (La Gazzetta del Mezzogiorno) si è occupata di sanità. Il suo percorso di studi si è perfezionato col dottorato di ricerca internazionale conseguito presso di dipartimento di Ingegneria dell’innovazione dell’Unisalento. Vivace ed energica, aperta agli scambi interculturali, e ai processi di internazionalizzazione che promuove sempre, è bilingue – parla correttamente lo spagnolo e l’olandese. La giornalista scrive inoltre di community engagement e modelli di innovazione sociale. Tiene corsi sulla comunicazione multimediale per imprese e istituzioni. Le facciamo i migliori auguri per questa sua ultima fatica letteraria, e per tutto il resto: per i suoi articoli sulla carta stampata, da acquistare e leggere.
(Articolo pubblicato su “Lo Jonio” nr 199)