“Con i nuovi avvertimenti dell’Organizzazione mondiale della sanità, secondo cui una Malattia X sconosciuta potrebbe causare 20 volte il numero di vittime della pandemia di coronavirus, quali nuovi sforzi sono necessari per preparare i sistemi sanitari alle numerose sfide?” È l’interrogativo posto al World Economic Forum (Wef). Che ha preso il via quest’oggi, lunedì quindici gennaio, nella cittadina svizzera di Davos. La malattia di cui si discuterà tra due giorni è fortunatamente frutto dell’immaginazione. O meglio (peggio), di ciò a cui si potrebbe realmente andare incontro. Non è catastrofismo. Parlarne, anzi, in termini di prevenzione non può che essere positivo. E pure a catastrofe avvenuta, nella malaugurata ipotesi: in un mondo lacerato da conflitti e da crisi senza soluzioni, dalle divisioni, sino al pericolo di una guerra estesa tra i continenti, la lotta alla nuova pandemia potrebbe ricompattare la stessa umanità. Proprio come accadde contro il Covid.
La nuova pandemia, non troppo ignota
Gli scienziati ritengono che il rischio sia accresciuto dalla crisi climatica, dai crescenti cambiamenti dell’ambiente, e dallo sviluppo delle armi biologiche. È plausibile segnatamente che, in considerazione della crescita rapida della resistenza dei batteri agli antibiotici, la prossima “malattia X” sia un’infezione batterica, tra quelle che all’umanità sono già note. Gli avvertimenti su quanto potrebbe accadere in un futuro non troppo remoto sono condivisi dall’Oms. Dal suo direttore Tedros Ghebreyesus, il quale figura tra i relatori del focus, insieme al Presidente e amministratore delegato della multinazionale Royal Philips, e al Presidente del consiglio di amministrazione di AstraZeneca. Gli stessi converranno sulla necessità di lavorare sui vaccini anticipatamente. Perché nulla si improvvisa nella ricerca – non sono nati dal niente neppure i vaccini “sperimentali” anti Covid.
Non solo ambiente
Al centro del Forum economico ci sono in primo piano la guerra in Ucraina e il conflitto in Medio Oriente. All’evento, giunto alla 54esima edizione, sono attesi 2.800 partecipanti, tra cui decine di capi di Stato e di governo; esperti, rappresentanti di organizzazioni internazionali e di società farmaceutiche. Gli incontri sui vari temi si susseguiranno sino al diciannove gennaio. Centoventi sono i Paesi rappresentati all’appuntamento internazionale che si tiene per consuetudine nella seconda o nella terza settimana del primo mese dell’anno, a cura dell’organizzazione svizzera no profit, chiamando a raccolta la politica mondiale e l’élite imprenditoriale. I riflettori quindi saranno accesi anche sulla nuova pandemia capace di scuotere il mondo. Sulla malattia alla quale non è stato dato ancora un nome. E sebbene non siano definiti i contorni, i sintomi e la causa della stessa, l’agente patogeno, la questione si pone come presupposto alla realtà da affrontare con responsabilità e trasversalmente. Per rifare memoria del primato della natura sull’uomo.