Le sue gesta hanno conquistato il mondo. La stampa estera si interessa a Benedetta Pilato, e non soltanto per quanto sa fare in vasca: il quotidiano spagnolo El Pais celebra quella che è sempre stata l’arma migliore della 17enne di Taranto. Che ora è cresciuta e sa rispondere anche alle provocazioni immancabili. “L’aria si carica di elettricità quando Benedetta Pilato sale sull’autobus”, l’incipit dell’articolo a firma di Diego Torres che compare sulla homepage del giornale più diffuso, nella versione cartacea, in Spagna. E mentre “il simpatico Martinenghi fa una scorciatoia, i fisioterapisti si agitano, i tecnici ridono”, lei cosa fa, se appena passa si sentono battute umoristiche riferite alla sua origine meridionale? “Senza togliersi gli occhiali da sole, risponde al tumulto con un sorriso smagliante e la sicurezza di chi si sente padrone della situazione”. Ecco l’aplomb della giovane campionessa. Della donna, che davanti a sé ha tanta strada da percorrere. Altri autobus da prendere. Altra gente da conoscere. Altra solamente da incrociare lungo il proprio percorso agonistico – esistenziale.
MODELLO ITALIA. La stessa testata sottolinea che una squadra italiana non aveva mai vinto così tante medaglie in un campionato del mondo. Il confronto con la Spagna, fanalino di coda nel medagliere, insieme al Sudafrica, è impietoso. L’Italia invece non è più rassegnata a giocare un ruolo secondario all’ombra di Paesi come Stati Uniti o Australia. Il secreto del successo, rileva El Pais attraverso le parole di Cesare Butini, il direttore tecnico della nazionale italiana di nuoto, sta nella coesione dello staff interno. Perché quella dell’allenatore è una figura chiave. A lui spetta il compito delicato di gestire le individualità: sebbene il nuoto sia uno sport individuale, l’atleta può esprimere il suo talento solo se immesso in un gruppo forte. Pilato docet. Lei è cresciuta in un gruppo di amici che ama nuotare: Taranto resta la sua “casa”: lo è la Meridiana, dove si allena tutt’oggi, seguita dal coach Vito D’Onghia.