La materia è complessa. E importante, al punto che, secondo alcuni, non sarebbe opportuno interpellare l’opinione pubblica. Perché la stessa, per incompetenza, potrebbe “fare danni”. Ad ogni modo è doveroso conoscere il contenuto dei cinque quesiti del referendum sulla Giustizia, promossi dalla Lega e dai radicali. Il primo attiene alla questione morale; gli altri, alla magistratura e al processo penale. Si andrà al voto domenica 12 giugno (dalle ore 7 alle 23), giorno delle amministrative per 970 comuni italiani. La preferenza va espressa su ogni singolo quesito, attraverso il SI si consentono le modifiche sottoindicate, NO per lasciare la normativa inalterata:
1. Abrogazione della parte della legge Severino che prevede l’incandidabilità, l’ineleggibilità e la decadenza automatica per politici (sindaci, consiglieri regionali, parlamentari, membri del Governo) e amministratori locali nel caso di condanna per reati gravi come mafia, corruzione, concussione o peculato.
2. Limitazione delle misure cautelari. Va premesso che affinché si possa avere una misura cautelare, deve sussistere uno di questi 3 elementi di garanzia: il pericolo di ripetere il reato, il pericolo di fuga, l’inquinamento delle prove. Il quesito chiede di togliere la “reiterazione del reato” dai motivi per cui i giudici possono disporre la mc in carcere o domiciliare durante le indagini ovvero nella fase preprocessuale.
3. Lo stop delle “porte girevoli”. Non permettere più il passaggio di ruolo tra giudice e pubblico ministero e viceversa nella carriera di un magistrato.
4. Valutazione magistrati. Permettere che gli stessi, la loro professionalità e operato, possano essere votati anche dagli avvocati, parte di Consigli giudiziari.
5. Riforma Csm. Abolire l’obbligo per un magistrato di raccogliere da 25 a 50 firme per presentare la propria candidatura al Consiglio Superiore della Magistratura.
Post scriptum. Per la validità del referendum dovranno votare il 50% + 1 degli aventi diritto.