La premessa è che anche il cane può attraversare improvvisamente la carreggiata provocando un incidente più o meno grave. Nessuno però, tra quanti possono definirsi membri di una civiltà, si sognerebbe mai di abbattere il fido amico dell’essere umano. Per quest’ultimo raramente il cinghiale rappresenta un pericolo reale. Al netto degli incidenti che possono verificarsi quando si è alla guida di un’auto… È successo anche nella provincia di Taranto: sulla statale 13 (Castellaneta – Castellaneta Marina), alle prime luci dell’alba, un veicolo si è scontrato violentemente con un cinghiale di grossa taglia. Fortunatamente l’uomo che era al volante, diretto ai campi per andare a lavorare, ha riportato solamente uno spavento grave. Ha riportato danni, però, la carrozzeria della sua macchina. L’incidente avrebbe potuto avere esito drammatico se lo stesso veicolo avesse impattato con il cemento dei canali presenti a bordo carreggiata.
L’episodio non è certo isolato. E ha raccolto le proteste della Cia – agricoltori italiani. Che ha segnalato anche la presenza di un branco avvistato alle porte di Ginosa marina. “È inaccettabile che il proliferare fuori controllo dei cinghiali (scorrazzano nelle campagne raggiungendo anche i centri urbani, ndr) metta quotidianamente a rischio onesti lavoratori che si recano ogni giorno a lavorare, per non parlare di quello che i branchi di ungulati combinano nei campi, distruggendo intere coltivazioni”, ha denunciato il presidente di Cia Due Mari (Taranto – Brindisi) Pietro De Padova. L’allarme è giustificato. Al presidente De Padova fa eco Vito Rubino, direttore della declinazione provinciale di Cia Agricoltori italiani della Puglia: ambedue hanno sottolineato la necessità di proteggere sì gli animali, ma anche gli esseri umani, e perché “questa situazione non può più continuare, si assumano le giuste decisioni per evitare conseguenze irreparabili. Le segnalazioni e i danni prodotti dai cinghiali si sono moltiplicati dalla provincia ionica al foggiano. Al punto che si fa necessaria la costituzione di una task force regionale, con l’abbattimento dei capi attraverso un controllo selettivo, e la realizzazione della filiera del cinghiale in Puglia.
Cosa fare in caso di incontro ravvicinato con l’animale? Gli esperti raccomandano in primis la calma, motivata dalla consapevolezza che i cinghiali, al pari della maggior parte degli animali selvatici, temono l’essere umano. È poi necessario farsi sentire – con un bastone, magari, se l’incontro avviene lungo un sentiero. Quello che non bisogna assolutamente fare è scappare o dare le spalle all’animale. Occorre invece fermarsi, mantenere sempre la calma, e la debita distanza; poi osservare il comportamento del cinghiale, o del branco: generalmente se ne vanno. In circostanze particolari si può considerare l’opportunità di mettersi al riparo da un eventuale attacco salendo su un albero o su un muretto alto più di un metro. Quindi aspettare. Perché pazienza e sangue freddo, per chi li ha, rappresentano la migliore arma.