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Estate 2023, le previsioni: ondate di calore con afa ed eventi estremi

Le carte non promettono niente di buono. Premesso che le previsioni meteo vanno prese con il beneficio del dubbio, sono affidabili solo nel breve termine, a poche ore (e alle volte sbagliano pure a un’ora), quelle stagionali indicano la direzione: ondate di calore, afa ed eventi estremi sono altamente probabili, in continuità con quanto successo nella scorsa stagione. Lo confermano gli esperti de ilMeteo.it

Le temperature

Il trend è in crescita continua. Sono previsti valori superiori alla norma, da 1,5 a 2 gradi in più, sull’Italia e su gran parte dell’Europa. Le previsioni si riferiscono ai mesi di giugno e luglio – meno certezze per la seconda parte dell’estate, ad agosto, ma identiche proiezioni. Sarà l’anticiclone africano il principale responsabile dell’innalzamento delle temperature. Elevati i tassi di umidità, che portano lo stesso caldo ai limiti della sopportazione. Vanno ricordati i record battuti lo scorso anno. I 44 gradi registrati, ad esempio, in Sicilia, o le temperature elevate nel Regno Unito, che non avevano mai raggiunto i quaranta. Altra caratteristica delle ondate di calore è stata la persistenza. E nell’estate 2023 continuerà ad esserlo.

Estate 2023, il rischio di grandinate è concreto

Nel 2022 abbiamo assistito a precipitazioni intense. A chicchi di grandine grossi come palle da tennis, capaci di sfondare i parabrezza delle automobili, e di procurare danni ingenti. Il guaio è che questi fenomeni non si possono prevedere. O meglio, localizzare. È certo che con il caldo aumenta l’energia potenziale in gioco, i contrasti termici: si creano le condizioni per la formazione di celle temporalesche, alte fino a quindici chilometri. Gli effetti del cambiamento climatico afferiscono ad un processo ormai irreversibile. E l’uomo può solo adattarsi, imparare a convivere con questi eventi. Il che significa anche dover lasciare terre abitate da migliaia di anni! Si stima che nei prossimi 50 anni vaste aree, compresa l’Europa centrale, saranno inabitabili per quasi la metà della popolazione mondiale (3,5 miliardi di persone).

Anomalie termiche e non soltanto: riecco i negazionisti del cambiamento climatico

Nei tg di tutta Europa non si parla d’altro, in toni enfatici: le temperature record registrate in questi giorni sono del tutto eccezionali. Eppure gli sconvolgimenti che accompagnano le anomalie termiche (incendi, siccità, fenomeni estremi, scioglimenti dei ghiacciai) non convincono i negazionisti del cambiamento climatico.

Articoli come questo, condiviso nelle ultime ore sui social, rafforzano la tesi di quanti vorrebbero far rientrare il caldo nella normalità. Perché (dicono) c’è sempre stato. Ma il fenomeno non si può ridimensionare… Costoro, i negazionisti cronici o gli improvvisati, ignorano che l’entità del caldo non si misura solamente col barometro, ma anche attraverso altri parametri. In primis temporali: un conto è l’eccezionalità di una giornata, come fu in quel luglio del 1964, altro è la persistenza della canicola che si protrae per settimane – al Sud la temperatura è schizzata sopra i trenta gradi già da maggio. Altro ancora è l’estensione del caldo a latitudini inusuali. Vero è che il cambiamento climatico ha sempre fatto parte della storia del nostro pianeta, nell’alternanza ciclica di periodi glaciali e interglaciali, dovuta in buona parte ai movimenti dell’asse terrestre e dell’orbita; ma l’intervento umano come fattore di accelerazione verso il surriscaldamento globale è innegabile. Così i danni prodotti dalle emissioni di gas serra. Ma ancora stiamo a parlarne…

Insomma, si direbbe, siamo spacciati: se la totalità delle popolazioni non prende coscienza di quanto sta accadendo, ai danni degli abitanti e del creato, le già flebili politiche orientate all’azione di contrasto al cambiamento climatico procederanno ancora più a rilento. A dispetto dei “gretini” e di coloro che ci avevano visto lungo lanciando l’allarme qualche decennio fa. Al netto di ogni previsione catastrofica censurabile (tutti gli eccessi fanno male), non ci resta che adattarci, per quanto possibile, a queste estati sempre più roventi lunghe insopportabili.