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Uniti ma diversi: i nuovi cristiani

Se c’è qualcosa che continua ad insegnarci la Chiesa cattolica è a camminare tutti nella stessa direzione. Insieme si cresce, si cade, e ci si rialza, ogni giorno. Si guarda oltre. E ciò che più conta non è non sbagliare, ma sapere dove guardare. Credere nella Resurrezione per mezzo del Risorto. Al centro dell’impervio percorso c’è la Pastorale intesa come esperienza di attiva partecipazione. Ne tratta in Bisbigli pastorali monsignor Paolo Oliva, Vicario Episcopale per il Laicato. La Pastorale è il luogo in cui ognuno realizza la propria vocazione, nel miglior modo, vivendo il suo carisma per la comune edificazione. Ciò avviene attraverso il dialogo. Che per mezzo della interazione tra il parroco e la comunità, trova una variegata modalità di espressione. Il dialogo è alimentato da istanze spirituali pastorali pedagogiche. Lo stesso lettore è invitato a conoscerle attraverso questo volume, la cui prefazione porta la firma dell’arcivescovo metropolita di Taranto, Sua Eccellenza Mons. Filippo Santoro. Bisbigli pastorali sono la testimonianza di questo dialogo che nasce da un’esperienza personale condivisa. Per don Paolo, punto di riferimento dei parrocchiani della Santa Teresa del Bambin Gesù, parroco dal 1986 nel capoluogo ionico, la dimensione comunitaria della fede è elemento imprescindibile da riscoprire in questo particolare momento storico. La comunità dei credenti è chiamata quindi a percorrere insieme la strada della carità e della evangelizzazione. Guardando al tempo inteso come kairos, quello della salvezza, alla quale tende in modo originale ogni persona, l’obiettivo è lanciarsi nella scoperta di una nuova modalità dell’essere cristiani. Che è tutta da esplorare ancora. La Chiesa che dialoga con la contemporaneità non giudica e non condanna. Si adegua ai tempi, senza rinnegare la propria identità, la tradizione. E magari cerca di comprendere le ragioni della regressione culturale e spirituale che sembra attraversare l’umanità.

Uomo di fede e di cultura, con alle spalle anni di insegnamento all’università e nella scuola pubblica,  il sacerdote originario di Martina Franca sa aprirsi ai nuovi mezzi di comunicazione preservando la sua unicità, il proprio stile. In quasi quarantaquattro anni di sacerdozio ha conosciuto ignavi, indifferenti, falsi credenti e falsi atei. Ha baciato le mani di pontefici e santi. Come quella di Giovanni Paolo II, il papa polacco che tanto hanno amato i giovani.

Il suo libro, pubblicato da VivereIn, è uno strumento in più per avere coscienza anche di ciò che la comunità dei cristiani sa produrre di buono. La mission è sempre quella di duemila anni fa. Il rinnovamento della Chiesa, non sostanziale, passa dalla cosiddetta sinodalità. Che significa condivisione e partecipazione. Il modus vivendi et operandi non può, poi, non tener conto delle diversità interne ed esterne alla stessa comunità. Il vero dialogo è quello che rispetta le posizioni differenti e sa trovare punti di incontro.