Referendum 8-9 giugno, il diritto di non votare e il dovere di informare

I media nazionali non ne parlano abbastanza. Eppure le tematiche affrontate, come il lavoro e la cittadinanza, sono di fondamentale importanza: i referendum abrogativi chiameranno alle urne i cittadini italiani, nelle giornate dell’otto e nove giugno 2025, in concomitanza con il secondo turno delle elezioni amministrative, come stabilito dal Consiglio dei Ministri. E comunque la si possa pensare, nessuno dovrebbe invitare gli elettori a non votare. Perché il voto resta il più grande strumento che abbiamo per difendere la democrazia in Europa e in Italia.

Referendum, i 5 quesiti

Contratto a tutele crescenti (Jobs Act)

Si propone l’abrogazione del Decreto Legislativo 4 marzo 2015, n.23, che ha introdotto il contratto a tutele crescenti, modificando le norme sui licenziamenti illegittimi per i nuovi assunti. Attualmente, nelle imprese con più di 15 dipendenti, un lavoratore licenziato illegittimamente non ha diritto al reintegro.

Indennità di licenziamento nelle piccole imprese

Il quesito mira a eliminare il tetto massimo di sei mensilità per l’indennità di licenziamento nelle aziende con meno di 15 dipendenti, lasciando al giudice la determinazione dell’importo in caso di licenziamento illegittimo.

Contratti a termine

Si propone l’abrogazione parziale delle norme che regolano la durata massima e le condizioni per la proroga e il rinnovo dei contratti di lavoro a tempo determinato, al fine di rendere più flessibile la normativa. Il terzo quesito pertanto propone di reintrodurre l’obbligo di causale per i contratti di lavoro inferiori ai 12 mesi. L’obiettivo è garantire una maggiore tutela ai lavoratori precari.

Responsabilità solidale negli appalti

Il quarto quesito è legato alla sicurezza sul lavoro: intende ampliare la responsabilità dell’azienda che commissiona un appalto. Si parla di responsabilità solidale del committente negli appalti, al fine di renderlo responsabile, insieme all’appaltatore, per il pagamento dei salari e contributi ai lavoratori coinvolti.

Cittadinanza per i residenti stranieri

Si propone la modifica delle norme sull’acquisizione della cittadinanza italiana per i residenti stranieri, al fine di semplificare e accelerare il processo di naturalizzazione. I tempi verrebbero dimezzati. Ovvero da 10 a 5 anni il periodo di residenza legale in Italia necessario per la presentazione della richiesta di cittadinanza.

Come votare

Il referendum è di tipo abrogativo. Pertanto, votando Sì, si chiede l’eliminazione della norma esistente. Votando No si chiede di mantenerla. Le urne saranno aperte nell’intera giornata di domenica, dalle ore 7 alle 23, e il lunedì (7.00-15.00). Gli italiani residenti all’estero e iscritti all’AIRE riceveranno per posta il plico elettorale. Mentre gli elettori che per motivi di lavoro, studio o cure mediche, si trovano temporaneamente fuori Italia, devono fare richiesta al proprio comune entro il 7 maggio. Va ricordato che il referendum è vincolato al raggiungimento del quorum. È quindi necessario che voti il 50 per cento più uno degli elettori aventi diritto: una sfida complicata in un Paese dove l’astensionismo dilaga. E storicamente rispetto ai quesiti referendari.