La stampa iraniana: “Il Regno Unito commette numerose violazioni dei diritti umani”

Le scuse degli occidentali. Che in nome della libertà, della lotta al terrorismo o ai regimi totalitari, interferisce (per interesse) negli altrui affari comportandosi male. Per la stampa iraniana è il Regno Unito che commette numerose violazioni dei diritti umani. Lo scrive Hassan Babaei sulle pagine del quotidiano britannico Tehran Times. Lo stesso ricorda i “106 risultati delle ispezioni contro i diritti umani riguardanti il mancato rispetto da parte del Regno Unito delle sentenze della Corte europea dei diritti umani, per le quali il governo britannico non ha fornito alcuna risposta adeguata”. “E la violazione delle leggi umanitarie – continua il giornale – denunciata dal Comitato internazionale della Croce rossa alle forze della Coalizione, durante la guerra contro l’Iraq, quando l’esercito britannico lo aveva occupato”.

Iran e guerra in Ucraina

Tehran Times bolla come “ridicole” le sanzioni del governo britannico. È evidente che l’Iran voglia evitarle. E inviare missili alla Russia scongiurando nuove sanzioni dell’Onu: i Fateh-110, e non gli Zolfaghar, in modo da restare nell’ambito della risoluzione che gli impedisce di vendere vettori con gittata maggiore di 300 km. L’Unione europea ha condannato il sostegno militare a Mosca. E ha messo in guardia l’Iran dalle conseguenze legate a una qualsiasi nuova consegna di armi.

Tornando alle accuse della stampa iraniana, “è confermato da molti esperti che la violazione dello Stato di diritto, dell’indipendenza giudiziaria, della libertà di parola e delle proteste legali come elementi principali della vita politica sono sempre utilizzati dal Regno Unito come strumenti per sopprimere – attraverso il dispotismo informativo – i Paesi liberi e indipendenti”. Le violazioni riguarderebbero la politica estera come quella interna. Gli inglesi, in particolare, sono accusati della più grande carestia e disastro avvenuti nella storia dell’Iran quando (tra il 1917 e il ’19) le forze ostili entrarono nel Paese dai confini settentrionali e meridionali – si parla anche del genocidio di circa 6 milioni di abitanti dell’altopiano iraniano.

È una storia, questa, che rimanda ai presunti crimini di guerra commessi dall’esercito ucraino, già a partire dal conflitto del Donbass (2014-15). Le accuse si rimpallano. La situazione incandescente, il risultato che l’escalation non si può arrestare.