La tragedia ha occupato le prime pagine dei giornali, in mezzo agli altri accadimenti, gli articoli di fondo delle firme più autorevoli e più attente, l’apertura dei telegiornali. Ma quanto siamo presi dall’ultima strage di migranti? Quella avvenuta a due passi dalla nostre case – 150 metri dalla riva del litorale di “Steccato” di Cutro, a Crotone. Non abbastanza: la risposta che potremmo darci. A mio parere, non per egoismo o indifferenza, ma per la nostra umanità, in senso stretto: le immagini che non vogliamo vedere rappresentano il fallimento della speranza. Ovvero di ciò che muove il cammino esistenziale. Ci viene in nostro aiuto l’Arte. Ad aprirci gli occhi, a motivare il nostro stesso atteggiamento, facendoci entrare in empatia con lo stato d’animo dei più sventurati è il dipinto di Giovanni Iudice intitolato “Il Quarto Stato oggi: migranti”. L’artista vi rappresenta il doloroso destino degli emigranti africani approdati sulle coste siciliane.
La lezione di Vittorio Sgarbi. Il destino dei migranti
Così il famoso critico d’arte, che in una recente lectio su “Europa e Mediterraneo” ha presentato il dipinto, scrive dello stesso: “Una singolare testimonianza di profondissimo impegno individuale, pur nell’ambito di convincimenti comuni, e meditando all’impegno etico di Antonio Lòpez Garcia, è quella maturata da Giovanni Iudice, pittore in equilibrio fra realismo magico e neorealismo, al quale si deve l’opera più impegnativa dipinta in Sicilia dopo La Vucciria di Renato Guttuso”. “Un’opera corale – chiarisce Vittorio Sgarbi – nella quale si rappresenta il destino degli emigranti dall’Africa sulle coste siciliane tra Lampedusa e Gela. Quella umanità rassegnata, incapace di decidere il proprio destino, rappresenta il fallimento della speranza cento anni prima evocata nel Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo”.
“Il cammino percorso da quel popolo si è interrotto. E il viaggio verso la speranza si è rivelato, per il popolo dei disperati, un viaggio verso la morte o verso il nulla”. Questo il messaggio, che l’Autore “racconta con freddezza, senza apparente coinvolgimento emotivo”. “Per il suo valore simbolico, l’opera è stata esposta nelle sale dell’Assemblea Regionale Siciliana a Palazzo dei Normanni”, ci ricorda Vittorio Sgarbi. La rassegnazione dei migranti è il nostro senso di impotenza rispetto al ripetersi di simili tragedie nel Mar Mediterraneo e al fallimento delle politiche Ue. Sentimento che non proviamo, invece, guardando alla guerra in Ucraina, laddove prevale l’indignazione e la speranza di poter cambiare qualcosa attivamente attraverso l’invio di armi. O nella ricerca di vie della pace, ancora meglio.