La scommessa di Angelo Lucarella: l’avvocato e saggista di Martina Franca (Taranto) prenderà parte ad una iniziativa inedita, per presentare il suo ultimo libro “nostalghia e libertà”. La sfida che va affrontata: “La tecnologia è imprescindibile, il mondo cambia, e il punto chiave è la sostenibilità. Su questo credo occorra una riflessione che metta la politica davanti alle proprie responsabilità”
La curiosità è la molla di chi scrive e osserva. Ne ha tanta anche Angelo Lucarella, che in tutto quello che fa ci mette passione entusiasmo competenza. Le novità non lo spaventano. Tanto che darà il suo contributo alla riuscita di una iniziativa inedita intitolata “Welcome to Metaverso”. Si tratta di uno degli eventi creati da Insight Pr, agenzia di pubbliche relazioni, la prima in Puglia a lanciare il metaverso – già operativa nel settore wedding. La stessa era tra i relatori di un importante convegno tenutosi all’Ateneo di Bari. La materia è discussa, affascina, chiama a raccolta gli esperti. Rappresenta un’opportunità per il pugliese Angelo Lucarella, di Martina Franca che, avvocato esperto di contenzioso tributario, ha all’attivo diverse pubblicazioni: da L’inedito politico costituzionale del Contratto di Governo a Amore e Politica, a Nessuno può definirci, opera scritta a quattro mani con Anna Monia Alfieri. Quest’anno ha pubblicato Draghi vademecum e partecipato con un suo intervento a Metamorfosi politica di Salvatore Di Bartolo. Ha ricevuto riconoscimenti come il Premio internazionale del Galateo 2021 in Roma Capitale. Già vicepresidente coordinatore della commissione Giustizia del Ministero dello Sviluppo economico, ricopre incarichi istituzionali. Ha come faro la Costituzione della Repubblica italiana; e nella politica, proprio per i suoi ideali, un interlocutore da sollecitare, in relazione ai tempi che viviamo. Il suo prossimo impegno è una tappa speciale, in quanto assume una particolare rilevanza, non tanto in chiave personale quanto comunitaria, lascia intendere…
Quello che sembrava un’illusione, qualcosa di non fattibile, di etereo, è diventato realtà: organizzare un evento nel metaverso. Un incontro letterario nella fattispecie. Le chiediamo un’anticipazione sui contenuti del suo ultimo libro “nostalghia e libertà”, e sullo stesso evento del quale farà parte.
“Il Metaverso,si dice spesso, riguardi il futuro. In realtà ritengo sia già il presente. Un mondo parallelo, virtuale ma non troppo; pieno di opportunità diversificate che spaziano dal piano culturale a quello del business, dalle pubbliche relazioni al turismo esperienziale a distanza, eccetera. Non è da escludere che in tutto ciò non si affacci anche il mondo politico. Le nuove generazioni, specie quelle tecnologicamente sensibili, hanno idee molto chiare e per questo credo la politica stessa debba farsi carico di intercettare la funzionalità e la versatilità che può rappresentare, appunto, il Metaverso. La società, generazionalmente parlando, ha tante sfaccettature. Sì, prossimamente avrò l’opportunità di partecipare ad un evento, in questo mondo parallelo, organizzato dai due pugliesi Luisa Colonna e Gianni Spadavecchia (tra i primi professionisti a credere in questa opportunità); verrà presentato il mio ultimo libro, allo stato in definizione di pubblicazione, dal titolo “nostalghia e libertà”. Si tratta di un saggio incentrato sull’attualità geopolitica. Per partecipare all’evento ci si registra e si crea un avatar (con il supporto della stessa organizzazione, possono accedervi fino a 50 ospiti da tutto il mondo, ndr)”.
Metaverso, blockchain, nft, e tutto ciò che ruota attorno al web3 è un mondo da esplorare e da conoscere: da dove è nato il suo interesse?
“Quest’anno ho avuto il grande onore di partecipare al secondo anno della Scuola politica Vivere nella Comunità fondata dal Prof. Sabino Cassese unitamente ad altri illustri. Un anno in cui gli argomenti trattati implicavano una certa attualizzazione del processo formativo e quindi verso ciò che è il campo dei nuovi spazi politici, economici, giuridici. Da qui un incontro sul Metaverso che ha, ovviamente, lasciato il segno. La politica non può che iniziare a pensare come interpretare e decifrare questo quadro d’interazioni umane in parallelo”.
Quali sono le potenzialità della tecnologia moderna? Applicata anche alla sua professione. Sebbene lei non sia un esperto, si sarà fatto un’idea…
“La tecnologica è imprescindibile. Oggi più che mai i giuristi, i commercialisti, i medici, sono chiamati ad una sorta di “evoluzione ingegneristica”. Liquidare la questione come se non riguardasse il campo umanistico è miope. Il mondo cambia, così come cambiano talune interazioni umane. Il punto chiave è la sostenibilità del cambiamento. Su questo credo occorra una riflessione che metta la politica davanti al recupero della proporzionalità dei pesi e delle velocità soprattutto nell’ottica di non far sparire, piano piano, le medio-piccole realtà di partita iva (perché di questo si tratta anche: produttività del Paese). L’anticamera di questo è la filosofia che non mancherà di immaginare un mondo umanisticamente sostenibile”.
Avvocato, da appassionato di politica qual è lei, e da frequentatore, ritiene che la stessa abbia un reale interesse a spingere verso una vera e propria rivoluzione che dovrebbe favorire il processo di democratizzazione?
“La politica in quanto tale no. C’è obbiettivamente poca consapevolezza diffusa sulla questione. Indubbio è che si tratti di una sfida che, volendo o meno, occorrerà affrontare. Prima ci si industria a comprendere la portata e meglio sarà. L’effetto distorsivo potrebbe, giustamente, riguardare il processo democratico. Come accaduto già con l’avvento dei social, ma prima ancora con le Tv, il punto di snodo è sapere che o la società politica si rende preparata al cambiamento o quest’ultimo cambia la politica. E questi processi, se violenti, possono superare le forme e i contesti in cui il potere si esprime (cioè la democrazia a cui siamo abituati a pensare)”.