Gnocchi blu, l'offerta speciale del ristorante Golden Gates di New York: uno schiaffo alla miseria, nei tempi che corrono

Gente dell’altro mondo: i ricchi che spendono 4.500 euro per un piatto di gnocchi

Avete capito bene: mentre i comuni mortali sono alle prese con gli effetti della crisi economica, percepita in tutto il mondo, con le preoccupazioni legate alla guerra in Ucraina, c’è chi naviga nell’oro. Ed è disposto a spendere cifre folli. Ancora oggi, per mangiare cibo non di tutti i giorni. Come i ricchi che spendono 4.500 euro per un piatto di gnocchi. Segnatamente 4.400 dollari, quanto costa, in America, una porzione al ristorante Golden Gates di New York.

Un tuffo nel blu

Il costo è motivato dal caratteristico colore blu dell’impasto che deriva dall’aggiunta di ghiandola di pesce siluro – un ingrediente molto raro. Così, per una porzione di 8 gnocchi bisogna sborsare 2.400 dollari. Chi non si accontenta e vuole una doppia porzione di 16 gnocchi, in modo da uscire dal locale con la pancia piena, almeno, e il portafogli vuoto, può ottenere uno sconto pagando $ 4.400. Buon per la clientela fatta di magnati russi prevalentemente. In Russia, infatti, quel piatto riscuote gran successo. Quello che non ci è dato sapere è se gli stessi russi adesso se lo possono permettere. O se magari devono fare economia, pure loro, e rinunciare alla porzione doppia del cibo più costoso del mondo. Bello da vedere certamente: quell’ingrediente insolito conferisce agli gnocchi una innaturale luce blu-verde.

Il lusso va pagato, come le emozioni

A dispetto dei tempi che corrono, i prezzi esorbitanti nella ristorazione, ai danni dei consumatori, ci sono anche da noi: oltre al caso Briatore, si pensi alla “Mimi la Regina d’oro 24k”, la pizza che, a Jesolo, costa 99 euro. Una invenzione del titolare e pizzaiolo del ristorante Da Robert. La motivazione? “Il lusso va pagato, così come le emozioni diverse che si provano assaggiando l’oro”, ha detto lo stesso titolare, Robert Nedea. Vizi che si possono permettere sempre meno persone. La maggior parte deve tirare la cinghia e aspettare tempi migliori, senza deprimersi troppo. Gli italiani infatti temono di tornare poveri. Come quando, nel primo dopoguerra, un semplice piatto di spaghetti da condire senza troppi fronzoli, era ambito più dell’oro. Altro che gli gnocchi.